Arti, biotecnologie e
società
convegno di studi
Interventi di Jens Hauser, Massimo Canevacci, Alberto
Marinelli, Antonio Tursi, Luisa Valeriani, Derrick de Kerckhove.
Il rapporto con la scienza ha sempre
caratterizzato gli sviluppi e le mutazioni dell’arte in Occidente. Dalla pratica
del disegno alle sperimentazioni di Leonardo, o dalla camera oscura fiamminga
alle lezioni seicentesche di anatomia, l’arte e lo studio dell’artista sono
spesso stati un vero e proprio laboratorio. Con l’avvento della metropoli,
l’arte sperimenta sulla luce (neoimpressionismo) e sulle relazioni tra colore,
suono e percezione (Kandinskij).
Il rapporto attuale tra artisti e ricerca
biotecnologica apre uno scenario ulteriore, al di là della rappresentazione ma
anche al di là della costruzione simbolica. L’artista biotech, lavorando in
laboratori di ricerca avanzati, si colloca sulla cerniera degli attuali motori
di sviluppo del mondo: capitali economici, centri di ricerca d’eccellenza,
sperimentazioni biomediche. Il risultato di tali sperimentazioni è la
visualizzazione di bioscenari che fuoriescono dall’umano circoscritto dal corpo,
assumendo notevoli analogie con la cultura del post-umano. In tal modo gli
artisti interpretano esteticamente le attese e le paure del dibattito
etico-filosofico sulla sperimentazione genetica.
Essi, infatti, hanno iniziato a creare, per fini
estetici, mostri, chimere, ibridi che incuriosiscono e permettono una nuova
consapevolezza delle ultime frontiere a cui è giunta la tecnoscienza.
Eduardo Kac con il suo famoso coniglio
fluorescente Alba, Oron Catts con le
sue bistecche di rana coltivate in laboratorio, Marta de Menezes con le sue farfalle
taroccate, George Gessert con le sue
selezioni di piante ornamentali, Chrissy
Conant con i suoi ovuli in barattolo, gli architetti come Marcos Novak con le sue
superfici-membrane ci interrogano sugli esiti della manipolazione del
vivente.
Jens
Hauser è il critico d’arte che più ha esplorato questa galassia organizzando
mostre in tutta Europa e pubblicando volumi come L’art biotech e Sk-Interfaces.
Con lui, docenti dell’Università di Roma “La
Sapienza” da molto tempo attenti al rapporto tra arti e tecnologie, come Massimo Canevacci, Alberto Marinelli, Luisa
Valeriani.
I lavori saranno conclusi da Derrick de Kerckhove, direttore del
McLuhan Program dell’Università di Toronto e uno dei massimi esperti di nuove
tecnologie.
All’organizzazione dell’evento hanno contribuito
la rivista elettronica Noemalab (www.noemalab.org) e la casa editrice
Clueb.
Per informazioni: dott. Simone Mulargia (email:
simone.mulargia@gmail.com; mobile:
3480831325). |