La Repubblica 28/3/2008 Access denied in 26 paesi del mondo. Non solo Cina, Iran e Arabia Saudita: sistemi di filtraggio sempre più sofisticati. Ma si evolvono anche i software di difesa
Che i media e la rete cinese vengano regolarmente monitorati e censurati non è un mistero. Ma da un paio di settimane le maglie della censura sono ancora più strette: i servizi televisivi dei network satellitari sulla rivolta dei tibetani a Lhasa e sulle contestazioni all'accensione della fiamma olimpica vengono regolarmente oscurati, i maggiori siti di informazione internazionale sono spesso inaccessibili, e anche l'accesso a YouTube, su cui sono stati postati diversi video indipendenti della rivolta, risulta bloccato…